Ieri se n'è andato Mario Monicelli.
Questo modo di dire non è mai stato così indicato come in questa circostanza.
Se n'è andato.
Ha deciso lui quando e ha deciso lui come.
Non è mancato, non si è "lasciato prendere".
Se n'è andato, lo ha deciso lui.
Fa impressione pensare ad un uomo di 95 anni, un artista, un uomo di 95 anni affermato che ha sicuramente vissuto un esistenza piena ed intensa, un uomo di 95 anni che ad un certo punto tronca la sua esistenza,lucidamente.
"Quando tocca a te, tocca a te" canta Ligabue.
Dal punto di vista mio e forse da quello delle due o tre persone che mi leggono, è difficile capire questo gesto.
Difficile capire dal basso delle nostre tenere età.
Come ci si relaziona ad una mente lucida ed attenta,
come quella di Monicelli che ha vissuto il mondo per 95 anni, 95 anni a cavallo tra due guerre mondiali ed in piena era post industriale?
95 anni vissuti in una fase particolare della storia umana.
Quasi un secolo, Vissuto.
Un secolo particolare che vede l'umanità progredire tecnologicamente come mai prima nella storia.
Come ti relazioni ad un Uomo di 95 anni che ha visto e vissuto sulla propria pelle tali stravolgimenti sociali e tecnologici?
E' difficilissimo.
Io non conoscevo Monicelli personalmente e non posso dire neanche di conoscerlo indirettamente se non attraverso alcuni dei suoi film più famosi.
Me lo voglio immaginare così; uno con le Palle.
Un uomo che prende in mano la sua vita e la sua morte.
Dopo una vita vissuta in tutte le sue sfaccettature, una lunga vita, a 95 anni decide di scavalcare il muro buonista del "finché c'è vita c'è speranza".
Decide di scavalcare il senso comune, attraverso il quale anch'io in un primo momento ho pensato "ma perché?".
Ho pensato in un primo momento, che sarebbe potuto andare in un clinica svizzera e fare le cose con più tranquillità e meno rumore.
Che magari si sarebbe potuto tranquillamente riprendere in qualche modo (era malato,è un fatto noto).
Ed invece no.
Così ragionano gli uomini piccoli piccoli o i non ancora uomini forse.
Un Uomo di 95 anni che ne ha viste parecchie, ad un certo punto ha deciso fregandosene del fragore dell'opinione pubblica, di chiudere quando ha voluto lui, come ha voluto lui e dove ha voluto lui.
Prima o poi,
tocca a tutti noi ma lui ha deciso, ha scelto l'attimo.
Ha preso in mano la sua esistenza.
Me lo voglio immaginare come un tipo che non andava in giro a fregiarsi dei suoi meriti (odiava essere chiamato maestro anche se lo era).
Non gli piacevano le autorità "forti", lui semplicemente faceva.
Faceva la sua parte, senza votarsi a miti o personaggi illustri, senza aver mai vissuto cercando idoli o mentori ai quali relazionarsi, imitandoli.
Non penso che mi mancherà Monicelli, perché tanto il Mario Monicelli che posso conoscere io è nei suoi film e quelli saranno sempre lì tutte le volte che vorrò guardarli.
Tanto, moltissimo, sconfinato rispetto per quest' Uomo.
EDIT
Spinoza.it lo ricorda così:
"Muore suicida Mario Monicelli. Il comitato pro-vita chiede di poter replicare."
Proprio così, ha zittito tutti.
Intervista a Mario Monicelli:
Luciano Ligabue - Quando tocca a te
Amici miei - il funerale del Perozzi (forse Monicelli, si sarebbe confessato così in punto di morte se fosse stato un credente, chi lo sa...)
Credo che abbiamo provato la stessa sensazione: anch'io ho avuto gli stessi pensieri. Nel mio piccolissimo - non voglio essere assolutamente presuntuoso - credo di capire anche le vere ragioni che hanno portato Monicelli a quel gesto. Ed in tutta franchezza, io non escludo nemmeno che un giorno - più o meno lontano - anch'io possa decidere per una sorte analoga. La consapevolezza dei tempi e della società in cui viviamo è una grande malattia: la stessa che credo avesse anche Monicelli.
RispondiEliminaBello il Vaffanzum di Spinoza che ho adesso aggiunto al post.
RispondiEliminaBhe, Monicelli non è che l'ha fatta finita a trent'anni.
Lo ha fatto a 95 anni.
Raggiungiamo la sua età, viviamo una vita piena e poi ne riparliamo.
Esisteranno ancora i blog????
Considera che io ho un aspettativa di vita, minimo di 145 anni :P
Magari sarebbe riuscito a sconfiggere la malattia. (però non so a che punto stava male onestamente)
Ma non ha fatto troppe considerazioni.
Pratico, ha preso ed ha fatto quello che gli pare.
Come Nonno Gino nel ciclone.
Come Terzani, nonostante la violenza della notizia e le differenze di età nei due, se n'è andato via sereno secondo me.
Un toscanaccio pratico.
Non mi mancherà :) per le ragioni che ho già detto.
io sono andato su Wikiquote e ho trovato questa:
RispondiElimina"Solo gli stronzi muoiono", Mario Monicelli.
http://it.wikiquote.org/wiki/Mario_Monicelli
e aggiungerei, "gli altri sono eterni".
eh si, questa è bellissima.
RispondiEliminaun concentrato del suo pensiero alla fin fine.
Andima,
RispondiEliminaribatto con questa presa sempre dalla pagina di wikiquote che mi hai linkato:
La vera felicità è la pace con se stessi. E, per averla, non bisogna tradire la propria natura.
E credo che lui la sua, non l'abbia proprio tradita.
esattissimo, non l'ha davvero tradita per stare in pace con se stesso. ben detto Top.
RispondiEliminaHa vissuto e se n'è andato via in maniera consapevole.
RispondiEliminaconsapevolezza è la parola chiave.
Una parola utilizzata da una persona in questa intervista.
Ha bypassato tutti i discorsi pallosi, tutte le considerazioni sull' "è giusto è sbagliato, è amorale, è ingiusto".
Se ci pensiamo, si dibatte tanto sull'ingerenza della chiesa, sull'inadeguatezza normativa dello stato su questi temi.
Monicelli si è fatto beffe di tutti,libero.
Ha realmente operato una rivoluzione ed è veramente andato contro a quei "poteri" che vogliono per forza avere una qualche ingerenza nella vita della società civile laica.
Un intelligenza rara ed unica.
http://www.youtube.com/watch?v=O1wGxKA9lxE
Le polemiche sono arrivate:
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/10_dicembre_01/camera-ricordo-monicelli-lite-suicidio-eutanasia_818aa456-fd33-11df-a940-00144f02aabc.shtml
Ominicchi e Donnicciole a chiosare sul nulla.
E le loro polemiche non intaccheranno in nulla Monicelli.
è fantastico.
mi ero permesso di andare duro contro 'il maestro' proprio per quel video postato, dove parlo' di speranza:
RispondiEliminahttp://pedroinbrno.blogspot.com/2010/04/coerenza.html
per il resto, sono ignorante in materia di film (e non solo), quindi non posso giudicarlo artisticamente.
Per i suo gesto invece lo capisco, alla sua età, avrà deciso che era l'ultima cosa giusta da fare.
Ripenso anche io che ad un certo punto, se non accadrà in modo naturale prima, decidere della fine della propria vita, sia la soluzione migliore.
Che riposi in pace e che ci lasci la libertà di sperare in qualcosa di meglio, noi che restiamo su questa terra.
ciao pedro.
RispondiEliminaho riletto il tuo post.
dai troppa importanza alla parola speranza ed al verbo sperare da Monicelli usato, e concentri (secondo me) le tue energie, ad analizzare il problema sbagliato.
il dibattito deve essere sullo sciacallaggio che in parlamento hanno fatto nel corso della sua commemorazioni (bin€tti in primis), riguardo alla questione dell'accanimento terapeutico e dell'eutanasia.
non prevedo a breve nessun provvedimento che risolva la questione senza dare adito ad interpretazioni e strumentalizzazioni...solite, già viste, inconcludenti.
sei libero di avercela con Monicelli come ti pare e per quello che ti pare chiaramente.
al di là dei suoi meriti professionali che qui non c'entrano come hai detto, il gesto che ha compiuto ha una valenza privata (per lui) ed è slegato dal tema del tuo post.
solo per chiarire.
RispondiEliminail mio post è datato aprile 2010, non mi sarei permesso di usare certi toni per ricordarne la morte.
è riferito, a suo tempo, a quelle frasi che non condividevo.
tranquillo pedro, avevo capito che intendevi dire e avevo letto la data del tuo post (l'ho letto a suo tempo).
RispondiEliminano problem ;)